L’aria sulla pelle ed una leggera brezza che
scorre lieve sulle mie gambe. La seta. Milano. Il retrogusto del prosecco che
si mescola al curry del polpettone. Risate ed un piccolo pensiero nella testa:
fanculo il mondo e quello che non va, la felicità deve avere queste sembianze.
Il suono di una risata misto al retrogusto amaro della Menabrea e alla
leggerezza di spirito di una serata con le mie amiche. E anche se forse non
tutto procede secondo i forecast, anche se i rimpianti sono un po’ troppi per
la mia età e la strada è poco convenzionale, in fin dei conti, con un pizzico
di fortuna, il percorso è ancora lungo davanti a me. Da percorrere a passi
svelti e dosando le pause ma, tuttavia, roseo e sanguinante per la strada verso
il mio Nirvana. E anche se vivo in una città che richiede un impianto d’antifurto
per avere l’illusione di essere al sicuro, mentre altro ti deruba
silenziosamente quotidianamente tra la tazzina del caffè ed i panni da stendere,
stasera, ho il portafogli più sgonfio, il fegato appesantito, il fiatone e
mille dubbi però – e ci sono casi in cui il però è fondamentale – vado a
dormire con un piccolo sorriso sul cuscino, convinta, purtroppo, che domani non
saranno l’alcool e il cibo a provocarmi la nausea: baserà il quotidiano on-line.
Ma stasera, apprezzo sia andata così.
Se "Una farfalla, sbattendo le ali in America, potrebbe provocare un ciclone in Asia" allora ogni passo che facciamo in una qualsivoglia direzione potrebbe potenzialmente sconvolgerci la vita.

"fino a che non va a segno è tutto da giocare"
lunedì 23 luglio 2012
venerdì 13 luglio 2012
Imparare la pazienza delle onde di andare e venire ...
Quasi le tre di notte prima di un’intensa
giornata ed ancora una valigia esplosa sul pavimento. Quasi come i miei
pensieri. Il caldo addosso che si appiccica, come quella stanchezza che mi
vorrebbe far crollare sul letto e al contempo mi tiene lontana dal sonno, per
chiudere i conti nella mia testa e gli obiettivi nella nottata. E in tutto
questo viaggia troppo veloce, la mia mente, la mia voglia di sfondare il mondo:
sentendo tutto il peso della zavorra del passato che, ogni tanto, ripassa da
qui. Alle volte sono sorrisi, altre volte mezze lacrime e a volte, come
stasera, non si sa. Non si sa se voler provare amore, odio, rimpianto,
tenerezza o rassegnazione. Una cosa è certa: è stato ed ha lasciato un segno.
Perché se dopo un anno ripassare in certi luoghi rievoca profumi, ricordi e
sensazioni e contrazioni nella respirazione qualcosa, sì, è stato. E stasera ringrazio quasi i miei impegni e
quella buona stella che, forse, ha voluto evitarmi una manata in faccia da
mettermi al suolo, lasciandomi ancora “quell’onda di sangue alla testa” da farmi
ricordare quanto siano i dettagli a cambiare i ricordi. E tra un costume ed uno
spazzolino, tra l’agenda ed il caricatore penso quasi che, a volte, la migliore
opportunità è quella che non si coglie, il miglior amore quello che non si
vive, le migliori parole quelle che non si sussurrano: e che il meglio, il
meglio della mia vita, bhè quello deve ancora venire. Allora domani riprenderà tutto come
in un loop: l’occasione, il brindisi, l’ingresso, i sorrisi, gli sguardi e quella sorta di
confidenza innata, le braccia leggermente carezzate per sbaglio, alla ricerca
di un bicchiere o per dare conforto. Ed io, io starò benissimo, perché il
copione non sarà il mio, io sarò là, verso quella parte della mia vita che deve
ancora venire: sarò in viaggio verso il mio oceanomare.
domenica 8 luglio 2012
A tie belt to free my "welt"
Who says a tie is just for a neck?
Maybe we should learn to think more with the stomach and less with our head.
Maybe we should lower our "thinking power house"
So, today, my tie, fits perfectly...
Maybe we should learn to think more with the stomach and less with our head.
Maybe we should lower our "thinking power house"
So, today, my tie, fits perfectly...
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