E
poi ti trovi così, d’un colpo, quando meno te lo aspetti: grande. I capelli
bianchi di tuo padre, tua madre un po’ più curva ed il peso del mondo che senti
premere sulle tue spalle. Capisci che il tempo delle risposte urlate, della
contestazione, della post adolescenza è bello che finito: quelle persone che ti
hanno cresciuto sono più simili a bambini che ad adulti. Vorresti ancora
tendere la mano per chiedergli il gettone per le giostre oppure metterti in
religioso silenzio ad ascoltare le loro mille risposte ai tuoi perché. Invece
no. Adesso sei tu a dover dare risposte, tu a dover spiegare loro, alle persone
che ti hanno cresciuto, come funziona, come gira il fumo, cosa significano quei
mille tastini “touch” che a volte mandano in confusione te, che ci sei
cresciuto, figuriamoci loro. La pacchia è finita. Lascia la felpa col cappuccio
e punta la sveglia alle 6.45: questa è la vita, ora tocca a te. E anche se
accanto hai qualcuno a condividere con te questo trauma, anche se hai una
spalla diversa su cui appoggiarti per riprender fiato, anche se tutti ti dicono
che “poi ci fai l’abitudine” ma “mai fino in fondo” credo che per quanto si possano
formare rughe sul volto nessuno sia mai pronto quando si tratti di fare un po’ da
genitori ai propri genitori…