"fino a che non va a segno è tutto da giocare"

martedì 13 novembre 2012

Time after time ...

E poi ti trovi così, d’un colpo, quando meno te lo aspetti: grande. I capelli bianchi di tuo padre, tua madre un po’ più curva ed il peso del mondo che senti premere sulle tue spalle. Capisci che il tempo delle risposte urlate, della contestazione, della post adolescenza è bello che finito: quelle persone che ti hanno cresciuto sono più simili a bambini che ad adulti. Vorresti ancora tendere la mano per chiedergli il gettone per le giostre oppure metterti in religioso silenzio ad ascoltare le loro mille risposte ai tuoi perché. Invece no. Adesso sei tu a dover dare risposte, tu a dover spiegare loro, alle persone che ti hanno cresciuto, come funziona, come gira il fumo, cosa significano quei mille tastini “touch” che a volte mandano in confusione te, che ci sei cresciuto, figuriamoci loro. La pacchia è finita. Lascia la felpa col cappuccio e punta la sveglia alle 6.45: questa è la vita, ora tocca a te. E anche se accanto hai qualcuno a condividere con te questo trauma, anche se hai una spalla diversa su cui appoggiarti per riprender fiato, anche se tutti ti dicono che “poi ci fai l’abitudine” ma “mai fino in fondo” credo che per quanto si possano formare rughe sul volto nessuno sia mai pronto quando si tratti di fare un po’ da genitori ai propri genitori…