"fino a che non va a segno è tutto da giocare"

lunedì 23 luglio 2012

Polpettone alla Sex and The City


 L’aria sulla pelle ed una leggera brezza che scorre lieve sulle mie gambe. La seta. Milano. Il retrogusto del prosecco che si mescola al curry del polpettone. Risate ed un piccolo pensiero nella testa: fanculo il mondo e quello che non va, la felicità deve avere queste sembianze. Il suono di una risata misto al retrogusto amaro della Menabrea e alla leggerezza di spirito di una serata con le mie amiche. E anche se forse non tutto procede secondo i forecast, anche se i rimpianti sono un po’ troppi per la mia età e la strada è poco convenzionale, in fin dei conti, con un pizzico di fortuna, il percorso è ancora lungo davanti a me. Da percorrere a passi svelti e dosando le pause ma, tuttavia, roseo e sanguinante per la strada verso il mio Nirvana. E anche se vivo in una città che richiede un impianto d’antifurto per avere l’illusione di essere al sicuro, mentre altro ti deruba silenziosamente quotidianamente tra la tazzina del caffè ed i panni da stendere, stasera, ho il portafogli più sgonfio, il fegato appesantito, il fiatone e mille dubbi però – e ci sono casi in cui il però è fondamentale – vado a dormire con un piccolo sorriso sul cuscino, convinta, purtroppo, che domani non saranno l’alcool e il cibo a provocarmi la nausea: baserà il quotidiano on-line. Ma stasera, apprezzo sia andata così.

venerdì 13 luglio 2012

Imparare la pazienza delle onde di andare e venire ...


Quasi le tre di notte prima di un’intensa giornata ed ancora una valigia esplosa sul pavimento. Quasi come i miei pensieri. Il caldo addosso che si appiccica, come quella stanchezza che mi vorrebbe far crollare sul letto e al contempo mi tiene lontana dal sonno, per chiudere i conti nella mia testa e gli obiettivi nella nottata. E in tutto questo viaggia troppo veloce, la mia mente, la mia voglia di sfondare il mondo: sentendo tutto il peso della zavorra del passato che, ogni tanto, ripassa da qui. Alle volte sono sorrisi, altre volte mezze lacrime e a volte, come stasera, non si sa. Non si sa se voler provare amore, odio, rimpianto, tenerezza o rassegnazione. Una cosa è certa: è stato ed ha lasciato un segno. Perché se dopo un anno ripassare in certi luoghi rievoca profumi, ricordi e sensazioni e contrazioni nella respirazione qualcosa, sì, è stato. E stasera ringrazio quasi i miei impegni e quella buona stella che, forse, ha voluto evitarmi una manata in faccia da mettermi al suolo, lasciandomi ancora “quell’onda di sangue alla testa” da farmi ricordare quanto siano i dettagli a cambiare i ricordi. E tra un costume ed uno spazzolino, tra l’agenda ed il caricatore penso quasi che, a volte, la migliore opportunità è quella che non si coglie, il miglior amore quello che non si vive, le migliori parole quelle che non si sussurrano: e che il meglio, il meglio della mia vita, bhè quello deve ancora venire. Allora domani riprenderà tutto come in un loop: l’occasione, il brindisi, l’ingresso, i sorrisi, gli sguardi e quella sorta di confidenza innata, le braccia leggermente carezzate per sbaglio, alla ricerca di un bicchiere o per dare conforto. Ed io, io starò benissimo, perché il copione non sarà il mio, io sarò là, verso quella parte della mia vita che deve ancora venire: sarò in viaggio verso il mio oceanomare.

domenica 8 luglio 2012

A tie belt to free my "welt"

Who says a tie is just for a neck?
Maybe we should learn to think more with the stomach and less with our head.

Maybe we should lower our "thinking power house"
So, today, my tie, fits perfectly...