"fino a che non va a segno è tutto da giocare"

venerdì 14 maggio 2010

L'ARTE DI MASTICARE


Dovrei essere altrove a fare altro. Invece sono qui a pensare. Ancora una volta una canzone che apre una voragine nei miei pensieri. Questa volta “Oh, Darling!” dei Beatles nella versione di “Across the Universe”. Mi chiedo perché siano sempre uomini a scrivere canzoni. O almeno nella maggioranza dei casi. Tutte le canzoni d’amore che al momento mi vengono in mente hanno un soggetto maschile che canta e si strugge per una fantomatica donna. Che poi tutto questo pianto finisca per trasformarsi in un fiume d’insulti nella canzone successiva è tutta un’altra storia. Mi chiedo se quegli uomini che scrivevano canzoni come “Oh, Darling” esistano ancora o se tutte queste canzoni siano solo uno sfogo tardivo per una rottura che hanno causato loro stessi con il loro comportamento “maschio”. Come affermava il saggio Liga “si farebbe un secolo prima per lui e per lei se lei tornasse vestita soltanto del bicchiere”. Allora perché le cose non si dicono mai in faccia a tempo debito, quando potrebbe esserci ancora una soluzione possibile? Perché tutto si porta alla logorazione più totale quando i bicchieri si vorrebbero scagliare e basta?
Mio nonno e mia nonna sono rimasti insieme per una vita. Anche nei momenti difficili, anche quando mia nonna era uno straccio e quando mio nonno era stanco, lui aveva sempre una parola dolce per lei. Fino al giorno in cui è morto qualunque cosa facesse mia nonna lui sorridente le rispondeva “ecco la mia signora”. La mia signora. Tutto questo mi appare inconciliabile con le situazioni che ho sotto gli occhi ogni giorno o con quello che leggo sui giornali. Forse quando mia nonna e mio nonno stavano insieme prima di sposarsi non si poteva realmente conoscere la persona con cui si sarebbe trascorso il resto della vita. I fidanzamenti erano anni di sguardi, mezze parole, incroci furtivi di mani, attese e aspettative che montavano in segreto. E quando ti sposavi avevi una vita per conoscere realmente la persona che ti stava affianco. E ogni giorno era una nuova sorpresa. Non ti stancavi mai. Forse, la soluzione stava proprio lì. Come mi disse un giorno un folle saggio “il segreto sta nell’imparare a masticare le cose”.

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