"fino a che non va a segno è tutto da giocare"

venerdì 9 agosto 2013

Facing the Ocean #part1

Ho sempre pensato che gli aerei fossero posti magici. Non solo perché realizzano il sogno atavico degli uomini, quello di volare, ma soprattutto perché, in maniera più palese rispetto ad altri mezzi di locomozione, prendere un aereo è, di fatto, un atto di fede. Sali, saluti l'hostess e ti affidi totalmente ad uno sconosciuto che, su campo a te pressoché sconosciuto, speri ti porti a destinazione. E mentre sei lì, con il naso incollato all'oblò, realizzando la pochezza del genere umano se visto in scala 1:10, tra il magazine delle offerte ed il saluto dello staff, sei completamente solo. In balia dei tuoi pensieri. Non ci sono social network, né telefonate, né tantomeno sms che ti possano salvare. Neppure un buon romanzo. Se vogliono, i tuoi pensieri, in quel luogo sospeso tra le nuvole e l'atmosfera, ti mettono spalle al muro o, per meglio rendere l'idea, spalle al tappeto, neanche fossero cintura nera di karatè. Un viaggio per le Canarie credo sia un buon lasso di tempo per riflettere prima di domandare all'hostess il Prozac. Il passato è virtualmente seduto accanto, fortunatamente abbastanza lontano da non causare fitte, abbastanza vicino per capire che certi errori tornano ma almeno, da principio, la volta successiva, con un po' di fortuna ed un po' di senno, si possono riconoscere e non farli restare. Sul seggiolino scomodo, tra le ginocchia che formicolano ed il collo indolenzito si può realizzare quanto quella cosa che tutti cercano in fondo nella vita, ovvero l'amore, una volta davanti, faccia paura. Sì, dico a te, non mi freghi, Sei meglio di quello che vuoi mostrare, nessuno ti vuole salvare, anche se continui ad urlare disperatamente ed in fondo è quello che cerchi, nessuno verrà a prenderti ma, se lo accetti, nonostante continui a scalciare come se avessi tre anni e ti stessero portando via dalle giostre, se la smetti di dimenarti, una qualche forma di amore, che ancora non so, qui, per te c'è. Jack Johnson in una sua canzone afferma di  non sentirsi a proprio agio in aria, di star meglio con i piedi per terra e, nell'arco temporale di poche canzoni, di aver bisogno che "questo vecchio treno si rompa, così che possa fare una passeggiata e guardarmi attorno". Così sembra il genere umano, col palato arso dalla sete di vita e, al contempo, con l'hangover per averla assaporata. 
Davanti agli occhi Virginia, che a vent'anni, un fisico da urlo e la nostalgia per l'anno sabbatico in Australia è il tipo di ragazza che tutte vorrebbero essere: un metro e cinquanta di muscoli senza accenno di cellulite, bionda per il sole, l'aura sensuale, il sorriso contagioso e la sfrontatezza del suo lavoro da barista belga, che reputa il migliore al mondo. E poi la parte che fa di lei un cristallo di Boemia: gli shorts anche in spiaggia, le mille sigarette se parla del passato, i tre mascara e le due lacche per capelli ed il suo sorriso timidamente accennato quando, aprendo la porta del bagno dice "scusa, lo so, sono in ritardo ma io se non mi sento a posto non esco... Il fondotinta per caso mi rende arancione?"
E Silvia, l'accento spagnolo, la laurea in odontoiatra e la passione per il ballo. Perché, come dice lei "alla fine ti cambia la vita". Entusiasta, rassicurante, altruista e affatto invadente, quel tipo di persona che ti sembra di conoscere da una vita: di quelle che ti lasciano l'ultimo boccone di una delizia, non perché non lo desiderino, ma solo perché, per loro, godersi la tua espressione soddisfatta, dopo che lo hai gustato, vale nettamente di più che averlo assaporato in prima persona.
E poi c'è Lui. Tanto atteso e bramato. Limpido, immenso, spaventoso ed affascinante, Carezzato dal vento, che tutti i pensieri collezionati sull'aereo se li porta via facendo volare anche quando i piedi sono ben saldi e nudi sulla sabbia. Ogni brivido di freddo e quell'esitazione prima di affidarsi è come un Battesimo, un atto di Fede, dentro Quell'immensità che tanto custodisce e tanto può togliere in pochi istanti. Le cattive vibrazioni mutano di segno ed il male, per quegli istanti di abluzione, sembra scomparire." Ti ho aspettato così a lungo: ora però sei qui. Però me la sveli una cosa ora che siamo solo io, te, le maree, le onde e tutti i continenti che abbracci: l'amore, se esiste, è come te?"

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