"fino a che non va a segno è tutto da giocare"

mercoledì 15 dicembre 2010

Invisibile eppur mortale...

Certi avvenimenti, certe persone, certe dinamiche sono sempre più convinta che siano come i virus. Si insinuano, sottili, invadono, impestano e abbandonano il campo solo dopo aver distrutto tutto. E tanto più sono silenziosi e tanto più pericolosi sono, più dolorosi, più devastanti. Il problema dell’uomo contemporaneo, tra i mille che gli appartengono, è che teme solo le cose grandi. Pensa a suo modo di essere immortale, invincibile, il più furbo o semplicemente “il più”, quello cui tutto è dovuto e cui nulla può capitare, tralasciando dalla memoria che anche i dinosauri si sono estinti. Davanti a taluni atteggiamenti della società mi vengono in mente le profezie dei Maya che, a differenza di come molti pensano, non predicono la fine del mondo ma semplicemente la data del cambiamento, quella davanti alla quale l’uomo sarà dotato di libero arbitrio e dovrà scegliere la direzione da seguire posto davanti a un bivio. Ma non vi preoccupate, continuando a percorrere questo sentiero daremo grandi soddisfazione ai catastrofisti: fine del mondo, perché, come sempre, l’alternativa al cambiamento che comporterebbe uno sforzo non l’abbiamo nemmeno presa in considerazione. Alteriamo il nostro habitat, priviamo i popoli del necessario per soddisfare i bisogni primari e ci neghiamo la cultura per comprendere cosa ci circonda e per essere in grado di comunicare. Il virus è invisibile all’occhio umano, eppure è mortale per molti esseri viventi. Senza i batteri tutti gli ecosistemi si smantellerebbero nell’arco di poco tempo. Ma dell’uomo, sì dell’uomo, nessuno sentirebbe la mancanza.

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